osteopatia QUANDO è NATA?

in molti parlano di Osteopatia, pochi si chiedono quando si sia iniziato a parlare di essa e quando sia nata. A tal proposito sarebbe bene precisare che quella che conosciamo oggi come osteopatia è nata con A.T. STILL (sopra fotografato con la moglie e i suoi amati libri di anatomia) ma che l’osteopatia ha radici profonde insite nel passato sin dai tempi degli antichi Romani e Greci.

Sfruttando il sito tuttosteopatia.it pubblico la cronologia storica dell’osteopatia sperando di fare cosa gradita a tutti coloro che si vogliono avvicinare a questa pratica e sono incuriositi dai concetti osteopatici.

PRIMA DI STILL

“I medici di Crotone sono i primi del mondo, secondi quelli di Cirene.” Così scriveva lo storico greco Erodoto nel Libro III delle “Storie”, al capitolo 131. La notizia, fornita da uno degli storici più intelligenti e più onesti del mondo antico, attesta il primato della scuola medica crotoniate nel VI e V sec. a.C..

Democede – Il mercenario della saluteDi Democede, definito dallo storico di Alicarnasso “medico di professione, il più abile nella sua arte a quei tempi”, sappiamo che visse nel VI sec. a.C., che fu un inquieto giramondo, e molto sensibile ai lauti guadagni. Ancora giovane, dopo l’ennesima lite con il collerico padre, andò via da Crotone e si stabilì nell’isola di Egina, dove esercitò la sua professione per due anni, guadagnando più di un talento. Si trasferì successivamente ad Atene per guadagnare uno stipendio di 100 mine annue, sino a quando Policrate, il tiranno di Samo, lo ingaggiò nella sua corte con il (per quei tempi favoloso) compenso di 2 talenti annui. Catturato dal satrapo persiano Orete nell’agguato che segnò la misera ed ingloriosa fine di Policrate, Democede fu ridotto in schiavitù. Fortuna volle che Dario, il re di Persia, si slogasse un piede durante una battuta di caccia e che, venuto a sapere dell’abilità medica dello schiavo crotoniate, ricorresse alle sue cure. Democede curò perfettamente il piede del re, guarì anche sua moglie, la regina Atossa, di un tumore alla mammella, e ricevette come premio una enorme quantità di oro, una grande casa a Susa, un posto fisso alla tavola del re, una posizione influente alla corte reale 

Alcmeone – Il pioniere della medicina sperimentale Di ben diversa levatura morale ed intellettuale fu Alcmeone, nato a Crotone verso la fine del VI, autore di un’opera (Sulla natura), della quale possediamo l’incipit ed una serie brevi di citazioni, ma sufficienti a fornirci un’idea sulle sue dottrine medico-scientifiche. Fu tra i primi a introdurre il concetto della inscindibile sintesi tra mente e corpo e a praticare la dissezione dei corpi umani ed animali per scoprire le cause delle malattie e le relazioni tra queste ed il mondo esterno. Fino ad allora, tale pratica era fortemente condannata dai costumi e la mentalità religiosa del tempo. E’ opportuno inoltre ricordare che prima di Alcmeone la medicina aveva avuto un carattere magico-sacerdotale: le malattie erano imputate all’influsso funesto di divinità maligne e le forme di terapia più diffuse consistevano in riti magici, purificazioni, incantesimi, praticati da sacerdoti, maghi, e ciarlatani di ogni sorta. Alcmeone liberò la medicina dalla magia e dalla ciarlataneria, e la trasformò in una scienza sperimentale, tentando di sviluppare un metodo empirico fondato esclusivamente sull’esperienza e sul ragionamento. Egli affermava che l’uomo non ha certezze evidenti, ma può solo far congetture partendo dai dati sensibili e l’esperienza è l’unico principio di apprendimento. L’uomo fra tutti gli altri esseri viventi è l’unico a comprendere che il principio guida del corpo umano è il cervello, e che la malattia ha origine nell’ambiente. Alcmeone, dunque, libero dalla superstizione dell’animismo, agiva con perfetta razionalità di fronte alla natura, fiducioso che le leggi della natura non sono superiori alla possibilità della conoscenza umana. Non fa, dunque, meraviglia che, partendo da queste premesse teoriche, il medico crotoniate avesse scoperto fra le altre cose il decorso dei nervi cranici, la loro funzione, il loro rapporto con i nervi periferici; sì da suscitare più di due millenni dopo l’entusiasmo di un uomo dal carattere schivo come il neurologo italiano Camillo Golgi, premio Nobel per la medicina nel 1906. Furono discepoli di Alcmeone i crotoniati Eurifone ed Eurofilo, fondatori della celebre scuola medica di Cnido, che nella sua attività dedicò particolare interesse allo studio dell’anatomia.

Fu Eurodico di Selimbria, uno scolaro di Eurifone, il maestro di Ippocrate di Como, insigne medico, sotto il cui nome ci sono stati tramandati circa 130 scritti risalenti in parte al V, IV sec. a.C. Nella diatriba tra la scuola di Coo e di Cnido si scrive parte della storia della medicina attuale, i primi vedevano l’individuo come un elemento integro e i secondi la malattia come un intruso.

CONTEMPORANEI A STILL

1874

Nascita dell’osteopatia ad opera di Andrew Taylor Still. Per quattordici anni cura i propri pazienti affetti da varie malattie (incluse quelle infettive) ricorrendo ad aggiustamenti manuali dei tessuti, soprattutto dell’addome e del torace, e a mobilizzazioni della colonna vertebrale. Solo successivamente introdurrà le “manipolazioni” specifiche.

1892

Viene fondato il primo Collegio di Medicina Osteopatica: l’American School of Osteopathy (ASO), a Kirksville nel Missouri. Già dopo pochi anni le iscrizioni raggiungono le 500 persone. Prima di morire Still arriverà a formare più di 5000 osteopati D.O. Oggi questo collegio si chiama Kirksville College of Osteopathic Medicine (KCOM).

1895

Viene fondata “The A.T. Still Infirmary“, la prima clinica osteopatica degli Stati Uniti. La prima anche a dotarsi di un apparecchio di radiologia. I pazienti arrivano a migliaia dai diversi stati per ricevere le cure del Dr. Still e dei suoi più stretti collaboratori.

1897

Lo stato controlla le oltre 300 scuole di medicina osteopatica nate nel frattempo, e permette solo alle poche scuole che seguono i requisiti di curriculum dettati dal Dr. Still di continuare l’attività didattica. Nello stesso anno, nello Stato del Missouri, l’osteopatia viene riconosciuta come forma di “medicina”.Viene fondata la prima associazione di medicina osteopatica, l’American Association for the Advancement of Osteopathy (AAAO), che il 4 luglio del 1901 diventerà l’American Osteopathic Association, (AOA).

1911

1° luglio viene fondata la British Osteopathic Association, (BOA). La prima riunione ha luogo a Manchester.1914 Viene terminata la costruzione del primo grande ospedale di medicina osteopatica, lo Still-Hildreth Osteopathic Sanatorium a Macon, nel Missouri. Oggi l’Osteopathic Sanatorium è un centro per anziani.

DOPO STILL

1917

L’osteopatia arriva in Europa grazie al Dott. John Martin Littlejohn, D.O., un allievo di Still, che fonda la prima scuola di osteopatia in Inghilterra, la British School of Osteopathy (BSO), a Maidston.

1929

A seguito delle sue ricerche William Garner Sutherland, durante una conferenza, divulga pubblicamente il concetto di osteopatia craniale.

1939

Viene pubblicato il libro di William G. Sutherland :”The Cranial Bowl”

1936

Il 23 luglio viene fondato a Londra il General Council and Register of Osteopaths, (GCRO), primo registro in Inghilterra.1951 Il 6 febbraio viene fondata la Société de Recherche Ostéopathique. Uno dei fondatori della Société de Recherche Ostéopathique, Paul Gény D.O., crea a Parigi nell’autunno dello stesso anno L’École Française d’Ostéopathie, (E.F.O.). Thomas Dummer D.O., Denis Brooks D.O. e Parnell Bradbury D.O., sono i principali insegnanti.Nello stesso anno, viene fondata la Société Française d’Ostéopathie, (S.F.O.), ad opera di R. Lavezzari M.D., D.O., Piedallu M.D., D.O., R. Maigne M.D., D.O., e R. Waghemaker M.D., D.O. Fraquesti insegnanti alcuni continuano a diffondere la Medicina Osteopatica.Harold Magoun pubblicò la bibbia dell’osteopatia craniale “Osteopathy in the Cranial Field”.

1954

Muore W. Sutherland

1969

In Francia, venne fondata dai kinesiterapeuti F, Peyralade e R. Queguiner la Società di Studi e Ricerche e dell’Insegnamento Osteopatico , la prima scuola che integra il concetto craniale nel programma di studio obbligatorio.

1970

Per numerosi anni Viola Frymann, D.O., F.A.A.O. negli Stati Uniti, si dedica ai trattamenti delle mancanze neuromotorie della prima infanzia e dirige “l’Osteopathic Center for Children” di San Diego, California. Grazie ad essa, l’osteopatia cranica sarà integrata all’insegnamento dell’osteopatia in California. Il suo esempio, dal 1982, fu seguito dalla Fondazione Canadese per l’ Insegnamento e la Ricerca Osteopatica di Montreal.

1982

Creazione, da parte di Pierre Cornillot, dell’insegnamento in osteopatia riservato ai medici della facoltà di medicina di Bobigny. L’insegnamento è dispensato da non medici formatisi in Inghilterra. Dal 1982 al 1997, la durata dell’insegnamento era di 3 anni ed il numero di ore del corso 480, senza contare i tirocini associati a Maidstone, Wégimont ed in Francia, con un totale di circa 700 ore di corso. Nel 1997 tale insegnamento si è trasformato in Diploma inter-universitario (DIU) di Medicina Manuale – è stato così obbligatorio ridurre la durata d’insegnamento a 320 ore in due anni. La maggior parte degli studenti fanno contemporaneamente dei tirocini complementari di un centinaio di ore, quindi proseguono con corsi di insegnamento da 2 a 3 anni, che permettono loro di acquisire completamente i criteri di formazione definite dal World Osteopathic Health Organisation (WOHO) e dallo European Register Osteopathic Phisicians (EROP)

1984

Dal 5 al 9 settembre ha luogo il Primo Congresso Internazionale di Medicina Osteopatica organizzato dalla SBO-RTM. Vi partecipano vari tra i più importanti osteopati statunitensi: Rolin Becker D.O., Alan Becker D.O., Garry Ostrow D.O., Fred Mitchell D.O., E Miller D.O., Herb Miller D.O., Anne Wales D.O., Irvin Korr phD., Lawrence H. Jones D.O., Viola Fryman D.O., Edna Lay D.O., ed europei. Il congresso permette di ricongiungere l’osteopatia europea con la sua origine americana. Questi incontri hanno determinato una presa di coscienza della situazione dell’osteopatia in Europa rispetto a quella statunitense. Si fa sentire nei paesi europei la necessità di unificare i curricula di studio, prendendo come riferimento i programmi delle scuole inglesi, che rappresentano il patrimonio osteopatico trasmesso dal fondatore Andrew Taylor Still. Il Congresso è l’inizio di una collaborazione didattica degli americani in Europa, soprattutto nella sfera cranio-sacrale

1988

Viene riconosciuto in Italia, il titolo di studio di osteopatia conseguito in Gran Bretagna, con sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio.

1989

Creazione del Registro degli Osteopati d’Italia, (ROI).

1993

La Gran Bretagna concede Lo Statuto che consacra il riconoscimento dell’osteopatia britannica.

2002

Pubblicazione nella Gazzetta ufficiale francese della Legge n° 2002-303 del 4 marzo 2002 relativa ai diritti dei pazienti ed alla qualità del sistema sanitario che nell’articolo 75 riconosce la professione dell’osteopata e del chiropratico.

Ad oggi in Italia dopo il DDL 1324 la figura professione sanitaria dell’osteopata è stata riconosciuta ma non si conoscono ancora nè le figure professionali ,  nè i formatori che dovranno formare i nuovi osteopati, le equipollenze per riconoscere il titolo e tanto meno i decreti attuativi che in questo momento sono in discussione. OSTEOPATIA FIGURA SANITARIA

per chi volesse avvicinarsi all’osteopatia come professione CONSIGLIO il sito http://www.osteopatiacreso.com

ESERCIZIO E SALUTE: LA GIUSTA DOSE

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I benefici di un’attività fisica moderata e regolare sono conosciuti da tempo. Che si faccia palestra in sala pesi, si cammini, corra sugli argini oppure si facciano attività come pilates e yoga è inconfutabile che l’esercizio ha sull’organismo un effetto benefico nel regolare l’equilibrio cellulare a livello di sistemi di controllo bio fisiologico quali:

  • NEUROENDOCRINO
  • IMMUNOLOGICO
  • CARDIOVASCOLARE
  • MUSCOLO-SCHELETRICO

E di conseguenza prevenire l’insorgenza di malattie croniche:

  • Obesità
  • Aterosclerosi
  • Ipertensione
  • Diabete
  • Artrite reumatoide

Infine prevenire e ritardare malattie  correlate all’invecchiamento:

  • Osteoporosi
  • Sarcopenia
  • Insulino-resistenza
  • Infiammazione cronica
  • Demenza

E ridurre l’incidenza di cancro e il rischio di morte prematura.

Il ministero della salute ha diramato recentemente le linee guida per aver effetti positivi attraverso diversi schemi di lavoro che variano a seconda del grado di allenamento:

30/45 minuti di attività aerobica al 60% del Vo2max (massimo volume di ossigeno) 5 volte alla settimana

30 minuti di attività aerobica al 70/85% del Vo2max – 3 volte alla settimana

Attività isotonica + 20/30 minuti di attività aerobica al 60/80% del Vo2max – 3 volte alla settimana

Allenamenti di forzaal 60/80% ( percentuale rispetto a 1 RM ripetuta massimale) – 2/3 volte la settimana

Analizzando questi indicazioni potremmo dire NE’ TROPPO, NE’ POCO

L’effetto benefico dell’esercizio fisico viene perso dal momento in cui l’attività muscolare viene svolta ad esaurimento e soprattutto in modo sporadico. La costanza e la cognizione sono nostre alleate nello svolgere un allenamento corretto ed equilibrato alle nostre attuali capacità.

L’attività fisica ad elevata intensità su soggetti non allenati o poco, produce danni strutturali alla fibra muscolare dando origine a risposte infiammatorie (da dolori muscolari sino ad arrivare a  tendiniti).

Inoltre l’errato carico di allenamento può portare alla produzione di specie reattive dell’ossigeno con conseguente produzione di CHITOCHINE infiammatorie,  queste sono importanti per migliorare la funzionalità dei sistemi difensivi immunologici e antiossidanti, se sono di poco superiori ai normali range fisiologici prodotti dall’allenamento moderato.

Al contrario se le chitochine vengono prodotte in eccesso per un allenamento diventato eccessivamente intenso e prolungato la produzione diventa incontrollata (perché non vi sono meccanismi cellulari, biochimici  e molecolari in grado di contrastarla) e a lungo andare può portare a minaccia per l’organismo diminuendo l’efficacia dei sistemi difensivi aumentando i rischi di malattia.

QUALI ATTIVITA’ ???  attività aerobica e NON SOLO

L’attività aerobica rimane una delle attività più facile ed immediata, corsa, bici, camminata e nuoto sono alla portata di tutti e di tutte le tasche. Utile però sono anche gli esercizi di forza e contro resistenza(esercizi in sala attrezzi in palestra, allenamenti funzionali con TRX e kettlebell, corsi di tonificazione, GAG, BAG, STEP, CIRCUIT TRAINING)

Attività ludiche e aerobiche al tempo stesso come il BALLO,le attività in palestra legate alla musica come lo ZUMBA e le attività di allungamento e tonificazione come il PILATES o di meditazione come YOGA.

Attività di miglioramento della muscolatura, massa muscolare forza, riduzione massa grassa per incrementare il metabolismo basale.

Tutte queste attività se fatte coerentemente, in modo costante, seguite da istruttori professionisti possono realmente aiutare chi vuole fare sport.

Periodizzare l’allenamento, alternare la tipologia di lavoro ha dimostrato di migliorare:

  • LA PERDITA DI MASSA GRASSA
  • AUMENTARE IL TROFISMO MUSCOLARE
  • DIMIMUIRE LA PERDITA DI MASSA MUSCOLARE DURANTE L’INVECCHIAMENTO (sarcopenia)
  • MIGLIORAMENTO DELLE CAPACITA’ AEROBICO E CONTRASTO A MALATTIE CARDIOVASCOLARI

Quindi con un buon allenamento, facendo sempre attenzione alla postura , potrete tranquillamente raggiungere i vostri obiettivi senza esagerare e migliorando costantemente il vostro stato di forma.

LA TARTARUGA lenta ARRIVA OVUNQUE E VIVE A LUNGO, LA LEPRE SE SPROVVEDUTA VA VELOCE MA RISCHIA SPESSO… 🙂 

buon allenamento a tutti 

pronti per sciare e surfare?

è ORA DI MONTAGNA DI SCI E SNOWBOARD siete pronti?

DA DICEMBRE IN AVANTI MOLTI SI APPRESTERANNO AD ANDARE A SCIARE O ANDARE SULLA TAVOLA da SNOWBOARD UN BEL DIVERTIMENTO E UN MODO DI VIVERE LA MONTAGNA FANTASTICO.

SAREBBE BENE ARRIVARE PERò A QUESTO MOMENTO PREPARATI IN SPECIAL MODO fisicamente.

Tra gli sciatori il 25 % degli infortuni concerne l’articolazione del ginocchio; in questa dolorosa si feriscono prevalentemente all’avambraccio e alle mani (30 %), alle spalle (20 %) e alla testa (16 %). Le conseguenze sono spesso gravi, soprattutto quando l’elevata velocità esplica forze considerevoli. In caso di collisione, una velocità di scivolata – spesso raggiunta – di 50 km/h equivale ad una caduta da un’altezza di 10 metri. È importante sapere che oltre il 90 % degli incidenti è causato dallo sciatore stesso.

Ognuno di noi può pertanto dare il suo prezioso contributo al piacere di una bella sciata.

Preparare il fisico e l’equipaggiamento per affrontare la stagione bianca e sulle piste osservare le regole di comportamento fondamentali sono una prerogativa importante!

In forma per l’inverno

Gli sport invernali sollecitano parecchio il fisico.

A molti appassionati del manto bianco mancano però la forza, la resistenza e la coordinazione necessarie ad eseguire dei movimenti che il nostro fisico non è abituato a sopportare. Abbassa il rischio di infortuni preparandosi adeguatamente prima dell’inizio della stagione, rafforzando in particolare la muscolatura del tronco e delle gambe ed esercitando l’equilibrio diventa importantissimo.

Un allenamento della resistenza permetterà di acquisire la necessaria condizione fisica.

“In pista bisogna arrivare ben preparati e anche ben istruiti sulle regole di conduzione e di base”

È importante prepararsi prima di affrontare la discesa in pista: un riscaldamento intensivo permette di attivare il sistema cardiocircolatorio e di aumentare le capacità coordinative e l’elasticità di muscoli ed articolazioni.

Concentrarsi sulla discesa imminente attiva le capacità coordinative e neuromuscolari.

Molti infortuni, si verificano dopo il pranzo o verso sera quando diminuisce la concentrazione e aumenta la stanchezza.

Equipaggiamento giusto.

Un abbigliamento appropriato, guanti, una protezione contro i raggi UV ed eventualmente occhiali o lenti a contatto sono gli elementi indispensabili di un equipaggiamento da sci completo.

Una regola fondamentale:proteggere la testa!

Tutti gli sciatori / snowboarder dovrebbero indossare il casco e, a chi pratica lo snowboard, anche gli appositi parapolsi nonché una protezione per la schiena («tartaruga») se si realizzano salti di una certa altezza.

La scelta degli sci e della tavola dipende dallo stile personale e dalle capacità individuali.

Prima di ogni stagione bisogna inoltre sottoporre il materiale ad un controllo accurato e nel caso sostituire quello vecchio. Le suole e i ganci degli scarponi, la soletta e le lamine sono in buono stato?

Le lamine arrugginite e poco affilate possono causare pericolosi scivoloni.

Occorre badare particolarmente alla regolazione degli attacchi: stringere le viti degli attacchi della tavola e
regolare ogni anno gli attacchi degli sci da un rivenditore specializzato aiutano a mantenere in vita per più tempo l’attrezzatura e rendere più sicura l’attività.

Raccomandazioni per un casco da sci/snow

Utilizzare il casco è oramai diventato normale,  oltre il 75 % degli appassionati di sci e snowboard ne indossa uno, questo perché  il casco da sci consente di evitare la maggior parte delle lesioni alla testa, è estetico, leggero, comodo e non limita oltremodo le capacità uditive o il campo visivo.

Al momento dell’acquisto occorre considerare i seguenti aspetti:
• presenza del contrassegno che certifica la conformità alla norma europea EN 1077;
• il casco deve calzare bene, anche indossando gli occhiali da sci, ed essere comodo e privo di punti di pressione;
• prova personale! Indossa il casco senza allacciare il cinturino e scuoti il capo, il casco non dovrà dondolare;
• sostituisci il casco dopo un massimo di 5 anni anche se non si vedono danni

Per gli snowboarder

cinque regole destinate agli snowboarder.

Se gli attacchi sono di tipo alpino, la gamba anteriore va fissata alla tavola con una cinghia di ritenuta (leash).
• Durante la risalita con skilift o seggiovie, togli la gamba posteriore dall’attacco.
• Prima di ogni cambio di direzione, in particolare prima di un heel turn o una virata backside, volgi lo sguardo indietro per verificare lo spazio.
• Dopo aver tolto lo snowboard, posalo sempre sulla neve con gli attacchi verso il basso

REGOLE DI BUONA EDUCAZIONE IN PISTA

Regole di Condotta dello Sciatore

Le regole FIS, relative a sci e snowboard debbono essere considerate quale sintesi del modello ideale di comportamento dello sciatore e dello snowboarder coscienziosi, prudenti e diligenti.

Essi sono tenuti a conoscerle e rispettarle. Se l’inosservanza di queste regole causa un incidente lo sciatore o lo snowboarder coinvolti possono essere considerati in condizione di “colpa”, ed essere chiamati a rispondere per tutte le responsabilità conseguenti.

RISPETTO DEGLI ALTRI
Ogni sciatore o snowboarder deve comportarsi in modo da non mettere mai in pericolo l’incolumità degli altri.

Sciatori e snowboarders sono responsabili non solo del loro comportamento in pista ma anche delle loro attrezzature, e dei loro eventuali difetti, anche se nuove e d’avanguardia.

PADRONANZA DELLA VELOCITÀ E COMPORTAMENTO
Ogni sciatore o snowboarder deve tenere una velocità e un comportamento adeguati alle proprie capacità nonché alle condizioni del terreno, della neve, del tempo e del traffico sulle piste.

Sciatori e snowboarders debbono essere in grado di fare le loro evoluzioni senza intralciare gli altri. Debbono anche essere in grado di fermarsi in qualsiasi momento. In zone affollate e di ridotta visibilità, soprattutto ad inizio, fine pista e nelle aree di partenza degli impianti, debbono muoversi lentamente e nelle zone laterali.

SCELTA DELLA DIREZIONE
Lo sciatore o lo snowboarder a monte, essendo in posizione dominante hanno possibilità di scelta del percorso. Sono quindi obbligati a tenere una direzione che eviti il pericolo di collisione con lo sciatore o lo snowboarder a valle.

Lo sciatore o lo snowboarder che è davanti ha sempre la precedenza. Se dietro e sulla stessa direzione di marcia di altro sciatore o snowboarder, deve mantenere una distanza sufficiente in modo da consentire a chi lo precede di potersi muovere liberamente.

SORPASSO IN PISTA
Il sorpasso può essere effettuato tanto a monte quanto a valle, sulla destra o sulla sinistra, ma sempre a distanza tale da consentire le evoluzioni e i movimenti volontari e involontari dello sciatore o dello snowboarder sorpassato.

Lo sciatore o lo snowboarder che effettua un sorpasso è responsabile della sua manovra, e deve effettuarla in modo da non causare nessuna difficoltà a chi sta superando. Questa responsabilità è tale per l’intero arco della manovra e vale anche per il sorpasso di sciatore o snowboarder eventualmente fermo sulla pista.

ATTRAVERSAMENTI E INCROCI
Lo sciatore o snowboarder che si immette o attraversa una pista o un terreno di esercitazione o allenamento, deve assicurarsi, mediante controllo visivo a monte e a valle, di poterlo fare senza pericolo per sé e per gli altri. Comportamento analogo lo sciatore deve osservare dopo ogni sosta.

SOSTA SULLA PISTA
Fatte salve circostanze di assoluta necessità sciatore e snowboarder devono evitare di fermarsi in mezzo alla pista, nei passaggi obbligati o dove manca buona e ampia visibilità. In caso di caduta debbono sgomberare velocemente la pista, cercando di raggiungere un bordo della stessa nel più breve tempo possibile.

SALITA E DISCESA LUNGO UNA PISTA DI SCI
Sciatore o snowboarder che risalgono una pista debbono procedere rigorosamente lungo i bordi della stessa. Analogo comportamento debbono osservare scendendo o salendo a piedi. Procedere in senso inverso alla direzione normale della discesa presenta situazioni e ostacoli imprevedibili e impossibili da avvertire e valutare prontamente.

RISPETTO DELLA SEGNALETICA SULLE PISTE
Sciatori e snowboarders sono tenuti al massimo rispetto della segnaletica e delle indicazioni esposte sulle piste da sci. I vari gradi di difficoltà delle piste sono indicati, in ordine decrescente, con i colori “nero”, “rosso”, “blu” e “verde”. Sciatore e snowboarders possono liberamente scegliere la pista che preferiscono. Sulle piste vi sono segnali di direzione e indicazioni di pericolo, rallentamento, passaggio stretto, chiusura, o altro, che debbono essere scrupolosamente e rigorosamente rispettati. Sono installati nell’interesse di tutti, per evitare incidenti a sciatori e snowboarders.

ASSISTENZA
In caso di incidente chiunque deve prestarsi al soccorso. Prestare assistenza è un dovere morale che impegna ogni sportivo. Anche se in pista non esiste obbligo legale (c’è un servizio organizzato per il pronto intervento) è necessario impegnarsi, secondo le capacità individuali, per prestare le prime cure, chiamare il pronto intervento, attivarsi per delimitare la zona dove c’è l’incidentato e per segnalare la presenza di uno o più infortunati a chi sta scendendo in pista.

IDENTIFICAZIONE
Chiunque, sciatore o snowboarder, sia coinvolto in un incidente in pista, avendo o non avendo responsabilità oppure ne sia stato testimone, è tenuto a fornire le proprie generalità. La relazione di eventuali testimoni è di grande e determinante importanza per la stesura di un corretto rapporto sull’incidente. Ogni sportivo deve avvertire quest’obbligo morale e onesto in forma imperativa. Il rapporto del servizio di pronto intervento e soccorso, assieme al supporto delle testimonianze e quello eventuale di fotografie e riprese videofilmate, può essere di grande aiuto per la determinazione delle eventuali responsabilità civili e penali.

 

E NEL CASO SI FACESSE SCIALPINISMO O FREERIDE ??????

Una gita di scialpinismo o una discesa di freeride inizia molto prima di quando si infilano gli sci …

consultare il bollettino neve e valanghe e informarsi sulle condizioni del manto nevoso, su eventuali pericoli ( canaloni o salti pericolosi ) sono tutte attività da non sottovalutare.

Prima di partire è importante:
• Conoscere la scala europea del pericolo valanghe, consultare i bollettini neve e valanghe, le previsioni meteo, nonché l’evoluzione della meteo dei giorni precedenti
• Nel dubbio chiedere ai professionisti della montagna che operano sul posto
• E’ buona regola non affrontare mai un itinerario da soli e non dimenticare un cellulare con batterie cariche
• Comunicare a qualcuno ( albergo, amici, familiari ) la meta e l’itinerario
• Essere adeguatamente preparati, anche ad affrontare una situazione di emergenza come un incidente da valanga: è consigliabile esercitarsi periodicamente in un campo addestramento ARTVA
• Equipaggiarsi del kit di autosoccorso: ARTVA, pala, sonda verificandone il corretto funzionamento (ci sono anche degli Artva Check Point nei punti di partenza dei principali fuoripista) ed eventuali altri materiali di sicurezza (zaini Airbag, Avalung) in funzione del tragitto scelto
• Equipaggiarsi in luogo comodo ed al riparo, indossare l’ARTVA sotto i capi che si potrebbero togliere (sopra il primo strato di abbigliamento), non toglierlo né spegnerlo nemmeno se si fa una pausa, al fine di evitare poi dimenticanze
• Cambiare itinerario o rinunciare in caso di dubbio!
Norme di comportamento
I principali pericoli in montagna in inverno, per quel che riguarda la pratica del fuoripista, dello scialpinismo e delle escursioni con racchette da neve, sono rappresentati dalle valanghe.
Ricordate:
È di fondamentale importanza la scelta dell’equipaggiamento – di seguito alcuni suggerimenti:
• Un ARTVA vecchio ha portate molto inferiori rispetto a quelle che aveva quando era nuovo;
• L’uso frequente ne consuma le batterie quindi controllarne regolarmente lo stato di carica e nel dubbio sostituirle; le batterie devono essere sempre cariche altrimenti ne dimezzano la sua portata
• Usare esclusivamente batterie ad alte prestazioni
• Dopo l’uso in ambiente umido far asciugare l’apparecchio togliendo le batterie
• Non lasciare l’ARTVA vicino a forti fonti di calore
• Tenere una scheda di controllo dell’ARTVA dove registrare periodicamente la portata massima, la portata minima, le manutenzioni effettuate ed eventuali malfunzionamenti
• Se non si usa l’ARTVA per un lungo periodo, togliere le batterie
• La sonda deve essere metallica, di almeno 240 centimetri e con il sistema di assemblaggio “a frusta” che consente di montarla in pochissimi secondi
• La pala deve essere metallica, robusta, che consenta velocità di montaggio, di limitato peso e di scarso ingombro.
• Nel freeride è consigliabile l’uso del casco e del paraschiena, di una maschera con lenti in plastica.
• Nello scialpinismo e nell’escursionismo con racchette da neve sono inoltre basilari cartina, altimetro e bussola o GPS
• L’apparecchio di ricerca in valanga, comunemente noto come ARVA (Appareil de Recherche de Victimes en Avalanche, in francese) o come ARTVA (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga), è uno strumento elettronico utilizzato per la ricerca delle persone travolte in valanga. Lo strumento è sostanzialmente una ricetrasmittente di segnale (non vocale), che funziona sulla frequenza di 457 kHz.

  • L’apparecchiatura viene indossata dagli escursionisti in modalità di trasmissione permettendo a coloro che non sono stati travolti dalla valanga di commutare l’apparecchio in ricezione al fine di localizzare il trasmettitore dei travolti

ORA CHE ABBIAMO LE IDEE PIù CHIARE PRONTI E PREPARATI GODIAMOCI LA NEVE 🙂

 

Hello world!

Eccomi a voi,

mi presento, il mio nome è Devis, nasco in una delle città del moscato Canelli, ma vivo poi interamente la mia vita ad Oviglio.

Dopo aver concluso gli studi superiori, complice la mia passione per il calcio e il ciclismo mi iscrivo all’ISEF di Torino, dove ho la fortuna di studiare e conoscere docenti di fama nazionale e internazionale, nel 1998 conseguo il diploma in educazione fisica.

Inizio a lavorare nei centri fitness, palestre e a scuola come insegnante di educazione fisica.

Nel 2000 conseguo la laurea in Scienze Motorie e Sportive, inizio a comprendere l’importanza della postura e dopo diverse esperienze lavorative nel campo del Pilates, Girotonica, Postural training, back school e le più svariate metodiche di allenamento sportivo, mi avvicino al mondo dell’osteopatia.

Nel 2009 mi iscrivo al corso di osteopatia presso CRESO (centro studi e ricerche osteopatiche) e inizio un nuovo percorso di studi che integro con il mio lavoro di personal e postural training che svolgo nello studio OSTEOWELLNESS con la collega Giorgia Consavella.

Nel 2015 conseguo il D.O. (diploma osteopatico) e inizia la mia collaborazione con CRESO. Proseguo la mia formazione continuando a seguire corsi post graduate.